
Autore: Banca Widiba
Data di pubblicazione: 07 luglio 2025
Trump vs Powell: alta tensione sui tassi della Fed
La Federal Reserve ha sempre agito come organo autonomo e indipendente rispetto al colore del governo. Pur non essendo totale, questa autonomia ha permesso alla Fed di operare senza subire pressioni politiche dirette. Le sue decisioni sono state guidate dal bene dell’economia statunitense, più che dalle esigenze dei governi in carica. Eppure questo equilibrio inizia a crepitare, con Donald Trump che accusa da mesi Jerome Powell, presidente della banca centrale americana, di rallentare l’economia, imponendo tassi di interesse eccessivi che stanno “costando una fortuna agli americani”.
Nelle ultime settimane, però, la tensione tra il tycoon e il presidente della Fed è sempre più evidente, ancora di più considerando che a maggio 2026 scadrà il mandato di Powell e, come anticipato dal Segretario del Tesoro Scott Bessent, le interviste per i nuovi candidati inizieranno già questo autunno.
La Fed non si muove, nonostante Trump
È dal 21 gennaio, giorno in cui Donald Trump è tornato ufficialmente alla Casa Bianca, che cerca di spingere la Banca Centrale verso un cambio di ritmo. Dal suo punto di vista, infatti, un taglio dei tassi di interesse è assolutamente necessario e, attaccando direttamente Powell, ha sottolineato come “chiunque sarebbe meglio” dell’attuale presidente della Fed e che un sostituto è già nei suoi piani.
Powell però non si muove, specificando che l’obiettivo della banca centrale è quello di garantire stabilità macroeconomica, finanziaria ed economica a beneficio di tutti. E, “per riuscirci, dobbiamo agire in modo completamente apolitico: ciò significa non schierarsi, non mettere una parte contro l’altra, evitare temi che non rientrano nelle nostre competenze e concentrarci solo su ciò che ci riguarda. In definitiva, vogliamo che i cittadini possano vivere al meglio la loro vita economica, mentre i decisori politici – quelli eletti – possano prendere decisioni importanti in un contesto stabile”. Inoltre, il Presidente della Fed ha sottolineato che “se non ci fossero stati i dazi di Trump, avremmo già tagliato di nuovo i tassi. Quando abbiamo visto le dimensioni dei dazi ci siamo messi in attesa, tutte le previsioni d'inflazione sono salite. Non è una reazione eccessiva, serve un po’ più di tempo”.
Insomma, quello di cui sembra che Trump non si renda conto è che le pressioni esterne che sta imponendo sulla Federal Reserve, non fanno altro che rendere ancora più alta la soglia per un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed, dato il desiderio di preservare l’indipendenza della politica.
Una nuova era per la Fed?
Partiamo dalla teoria: ogni quattro anni viene eletto il presidente della Federal Reserve, non tramite votazione popolare, ma viene nominato direttamente dal Presidente degli Stati Uniti e deve essere confermato dal Senato. Solitamente, le interviste per i principali candidati iniziano in autunno e per la fine dell’anno il Presidente seleziona il suo candidato. A questo punto, al Senato potrebbero essere necessarie settimane o anche mesi per confermare il nome. Ma, anche se questo venisse selezionato prima di maggio, Powell rimarrebbe in carica fino alla fine del suo mandato.
Nel pratico però, nonostante l’autunno sia ancora lontano, l’esasperazione del presidente Trump per l’approccio prudente della Fed nel tagliare i tassi di interesse, lo sta spingendo a prendere in considerazione l’idea di accelerare la sua scelta per il successore di Powell. Secondo il Wall Street Journal, infatti, il tycoon potrebbe annunciare il suo candidato entro ottobre, se non già questa estate. Trump stesso ha sottolineato che non metterà al posto di Powell “qualcuno che manterrà i tassi allo stesso livello o qualsiasi altra cosa. Metterò qualcuno che vuole tagliare i tassi”. E, tra i candidati più papabili si parla dell’ex governatore della Federal Reserve Kevin Warsh e del direttore del National Economic Council Kevin Hassett. Ma non solo, a completare la rosa dei possibili candidati anche il Segretario al Tesoro Scott Bessent, l’ex numero uno della Banca Mondiale David Malpass e Christopher Waller, già membro del board della Fed.
L’anticipo della nomina potrebbe avere implicazioni significative sia per i mercati finanziari sia per il futuro orientamento della banca centrale americana, convincendo i mercati ad allentare le condizioni finanziarie, minando alla comunicazione di Powell nei suoi ultimi mesi. E, che sia chiaro, questo non farebbe altro che portare ulteriore caos sui mercati.
Passa al livello successivo
Con la mia consulenza finanziaria avrai a disposizione tutto il supporto di cui hai bisogno per pianificare i tuoi obiettivi e investire in modo sicuro, specifico e consapevole.
Richiedi una consulenzaDisclaimer
COMUNICAZIONI DI MARKETING.
I contenuti degli articoli pubblicati sul presente sito da Banca Widiba S.p.A. non rappresentano in alcun modo una ricerca in materia di investimenti, né un servizio di consulenza in materia di investimenti né di attività di offerta al pubblico di strumenti finanziari. Eventuali decisioni che ne conseguono sono da ritenersi assunte dal cliente in piena autonomia ed a proprio rischio.
Tutte le informazioni contenute nel presente sito, siano esse di carattere testuale, video, podcast..ecc, hanno lo scopo esclusivamente informativo. Pertanto in nessun modo costituiscono un’offerta al pubblico di acquisto o vendita di titoli e più in generale di strumenti finanziari e/o attività di sollecitazione all’investimento ai sensi del D.lsg 24/02/1998 n 58. Le informazioni contenute sono protette dai diritti di proprietà intellettuale e pertanto qualsiasi duplicazione, l'alterazione anche parziale o utilizzo non corretto dei contenuti in esse pubblicati e riprodotti è da intendersi vietata.
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale.